THERE WILL COME

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STORY-TELLING DIGITALE IN REALTA’ AUMENTATA

a cura di Francesca Fini

In occasione dei cento anni dalla nascita di Ray Bradbury, uno dei grandi padri della fantascienza contemporanea, Francesca Fini propone un’installazione multimediale ispirata al racconto There Will Come Soft Rains (E dolce cadrà la pioggia), penultimo capitolo del capolavoro Cronache Marziane, l’epopea fantastica che narra gli anni venti del 2000, con una guerra atomica che distrugge il pianeta Terra e la colonizzazione di Marte da parte dell’umanità in esilio.

L’installazione, basata sulla realtà aumentata e sullo story-telling digitale, coinvolgerà il pubblico di T*Danse in un’esperienza interattiva che si svilupperà nel corso del festival, come in una sorta di radiodramma contemporaneo a puntate. 

In un angolo accuratamente allestito della Sala Expo della Cittadella, sarà esposto un grande pannello rigido stampato, il cui codice TAG cambierà ogni giorno del festival, permettendo al pubblico di attivare una delle quattro diverse esperienze multimediali in cui abbiamo diviso il racconto. Per attivare l’esperienza sarà sufficiente scaricare una app sul cellulare e inquadrare il simbolo stampato sul pannello.

Le quattro parti del racconto, di circa tre minuti ciascuna, saranno caratterizzate da una sonorizzazione coinvolgente dell’opera di Bradbury, accompagnata da una ricca componente visuale prodotta attraverso la manipolazione di materiale di repertorio futuristico degli anni ’50 e animazioni originali. Alla fine di ogni capitolo saranno inoltre forniti dei frammenti di testo tratti dalle opere dell’autore americano, che il pubblico potrà conservare e ricomporre per aggiudicarsi un premio speciale.

L’esperienza multimediale di uno story-telling intenso e coinvolgente, che racconta la giornata di una futuribile smart-home in una città della California dopo l’apocalisse nucleare, diventa anche il contenitore distopico di un piccolo puzzle che proporremo al pubblico del festival, promuovendo nel contempo la conoscenza di uno degli autori più visionari del Novecento.

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